Oggi ricordiamo Pier Paolo Pasolini. Ma il suo non è un ricordo comodo, da statua. È un’interferenza. Il vero scandalo del suo pensiero non fu la sua vita, ma la sua spietata profezia sul consumismo. Pasolini lo definì “il vero fascismo”: un potere capace di educarci tutti, borghesi e proletari, a desiderare le stesse identiche cose. Un’omologazione che, nell’epoca degli algoritmi, ci brucia ancora di più.
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Cap. 4: Il Capolavoro del Compromesso
“Un capolavoro, Costantini. Un vero capolavoro di mediazione”, esordì Monsignor Terzi, indicando a Valerio di sedersi. “Il suggerimento di quel brillante costituzionalista dell’Università Europea è la chiave di volta. Ci permette di armonizzare due principi che sembravano inconciliabili”.
Terzi si alzò, passeggiando lentamente. La sua voce assunse il tono di chi spiega una strategia vincente.
“La soluzione è di una eleganza squisita. Primo: ribadiamo con forza il divieto di ogni atto eutanasico. Il principio è salvo, la dottrina è intatta. Secondo: introduciamo una sanzione attenuata in caso di assistenza al suicidio, ma solo in alcune ipotesi circoscritte che il Parlamento, nella sua discrezionalità, potrà individuare. Capisce, Valerio? Non creiamo un nuovo diritto, ma gestiamo un problema”.
Mentre Terzi parlava, Valerio non sentiva le sue parole. Sentiva l’affanno del professor Carini. Le formule giuridiche – “armonizzare i principi”, “sanzione attenuata” – gli rimbombavano nella testa, svuotate di ogni significato umano. Erano gli strumenti sterili con cui la burocrazia del sacro disinnescava il grido della sofferenza.
Cap. 2: La Diplomazia Vaticana: Un Nuovo Approccio alla Legge Italiana
“Il Santo Padre non conosce i meandri della politica italiana come il suo predecessore”, affermò Monsignor Terzi, lisciandosi la talare. “Ma a differenza di Francesco, si fa consigliare. E questo ci permette di negoziare, non di procedere per strappi”.
Valerio ascoltava in silenzio, sentendo un freddo dentro. Le parole di Terzi disegnavano una mappa strategica di rara efficienza. Si parlava della premier Meloni e della sua indicazione alla maggioranza di “provare a fare una legge”. Si analizzava la sentenza 242 della Consulta del 2019 non come l’espressione di un’esigenza della società, ma come il “fatto” da cui muovere per sterilizzarne gli effetti più dirompenti.
L’ombra del DDL Zan aleggiava ancora su quelle mura. Bastò che Terzi menzionasse la necessità di agire “nel pieno rispetto dei patti” per far riaffiorare in Valerio il ricordo nitido di quel giugno del 2021. La Chiesa non aveva bloccato la legge direttamente, no. Ma aveva elevato lo scontro, fornendo una copertura morale e politica a chi si opponeva.
Ora la strategia era diversa, più sottile. Avevano imparato la lezione. Non uno scontro frontale, ma un accerchiamento.
Cap. 1: Monsignor Costantini e Il Dossier del Compromesso
Il sole del 16 giugno batteva sui sanpietrini di una Roma già afosa, ma nello studio di Monsignor Valerio Costantini, alla Terza Loggia del Palazzo Apostolico, il tempo sembrava immobile. L’aria sapeva di carta antica e di potere silenzioso. Sul suo schermo, le parole che stava limando per il dossier…
