Il contesto che fece esplodere la rabbia
Estate 1925. Tra rincari e balzelli locali sui beni di prima necessità, il malcontento cresce nelle aree interne della Sila. A San Giovanni in Fiore, le proteste si accendono contro i dazi al consumo e un carovita percepito come insopportabile.
Cosa accadde quel giorno
La domenica del 2 agosto, sul sagrato dell’Abbazia Florense, la folla non si disperde. Milizia fascista e carabinieri aprono il fuoco ad altezza d’uomo. Il bilancio: 5 morti e 28 feriti. L’onda emotiva travolge il paese e segna una frattura che durerà decenni.
Le vittime, una per una
- Filomena Marra, 27 anni, contadina, incinta
- Barbara Veltri, 23 anni, contadina
- Marianna Mascaro, 70/73 anni, contadina
- Antonia (Antonietta) Silletta, 68 anni, contadina
- Saverio Basile, 33 anni, fabbro
Dopo la strage: silenzio e memoria
Nei mesi e negli anni successivi prevalgono paura e rimozione. Una lapide all’Abbazia, apposta il 25 aprile 1975, restituisce un primo segno pubblico di memoria. Oggi, nel centenario, studi, cammini civici e incontri pubblici hanno riacceso l’attenzione e la discussione.
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