Sulle rive del Tevere, si svolge un dramma di potere tanto antico quanto Roma stessa. Da una parte, il governo italiano; dall’altra, la Santa Sede. I loro incontri, come quello del luglio 2025 tra la premier Giorgia Meloni e il Cardinale Pietro Parolin, si concludono sempre con comunicati che parlano di “cordiali colloqui” e “buone relazioni”. Ma dietro il velo della diplomazia si agita un mondo di alleanze strategiche e profonde frizioni, una relazione dalla “geometria variabile” dove si alternano collaborazione pragmatica e aspra contesa. Un giorno partner in affari colossali, il giorno dopo avversari su principi che scuotono la coscienza della nazione.
La Cassaforte dell’Anima: La Battaglia per l’Otto per Mille

Immaginate un’enorme torta finanziaria. Ogni anno, i contribuenti italiani possono scegliere a chi destinarne una fetta: allo Stato o a una confessione religiosa. Questa è la base dell’otto per mille. Ma la vera magia, per la Chiesa Cattolica, risiede in chi non sceglie. Le loro fette non restano sul tavolo, ma vengono ridistribuite in base alle scelte espresse dagli altri. E così, grazie a questo effetto moltiplicatore, la Chiesa, pur ricevendo le firme solo del 28% dei contribuenti, si è vista assegnare oltre il 70% del totale dei fondi, trasformando le scelte non espresse nella vera pietra angolare del suo finanziamento.
Questo meccanismo, che per decenni ha garantito stabilità, oggi scricchiola. Le firme per la Chiesa sono in calo costante, una perdita già quantificata in 79 milioni di euro in cinque anni. In questo scenario di vulnerabilità, il governo Meloni ha sferrato una mossa da manuale di marketing politico : ha aggiunto una nuova finalità per la quota statale – la lotta alle dipendenze – e l’ha promossa con una campagna pubblicitaria nazionale.
La reazione è stata immediata e veemente. Il Cardinale Zuppi, capo dei vescovi italiani, ha parlato di “delusione” e di una Chiesa “danneggiata” , mentre il suo vice ha definito l’azione del governo una “scorrettezza istituzionale”. Non è una questione di soldi, ha detto, ma di “rispetto”. Eppure, la disputa rivela una contraddizione profonda: un’istituzione spirituale che reagisce con la furia di un’azienda che vede minacciata la sua quota di mercato, lottando per difendere un privilegio economico che dipende, in larga parte, dall’inerzia dei cittadini.
Il Diritto di Scegliere, il Potere di Negare: La Guerra Sorda sul Fine Vita
Su nessun altro campo la tensione tra Stato e Chiesa è più palpabile che sul fine vita. Per anni, il Parlamento ha evitato di legiferare, lasciando un vuoto normativo. In questo silenzio, è intervenuta la Corte Costituzionale che, con una sentenza storica nel 2019, ha stabilito la non punibilità dell’aiuto al suicidio a quattro precise e rigide condizioni, aprendo un varco per l’autodeterminazione del malato. La Corte immaginava un percorso “medicalizzato”, da svolgersi all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il governo di centro-destra, in piena sintonia con le preoccupazioni del Vaticano , ha risposto con un disegno di legge che appare come una sofisticata manovra per neutralizzare quella sentenza. Il testo, adottato nel luglio 2025, stringe le maglie in modo drastico:
- Cure Palliative Obbligatorie: Non più un’alternativa, ma un prerequisito forzato.
- Criteri Ristretti: Sostituisce la dicitura della Corte (“trattamenti di sostegno vitale”) con una più limitante (“trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”), escludendo di fatto un’ampia platea di malati.
- Controllo Centralizzato: La decisione viene tolta ai comitati etici locali e affidata a un Comitato Nazionale nominato direttamente dal governo.
- La Privatizzazione della Sofferenza: Incredibilmente, il disegno di legge vieta che il personale e i farmaci del Servizio Sanitario Nazionale vengano usati per la procedura. Di fatto, trasforma un diritto in un lusso, accessibile solo a chi può permetterselo. Una legge che le opposizioni hanno bollato come “offensiva e classista”.
Il Vaticano osserva con favore questi “paletti” contro la “deriva eutanasica” , pur astenendosi da una benedizione ufficiale del testo. Emerge qui un’altra contraddizione: la Chiesa, che si erge a difesa della vita, appoggia di fatto una legge che discrimina sulla base del censo, mentre il governo, pur di allinearsi ai principi cattolici, riscrive una sentenza della massima corte dello Stato, svuotandola dall’interno.
Partner in Affari: Quando la Collaborazione Conviene a Tutti

Eppure, questo aspro conflitto lascia spazio a una pragmatica collaborazione quando gli interessi strategici si allineano. Due grandi progetti ne sono l’emblema.
Il primo è il trasferimento del prestigioso ospedale pediatrico Bambino Gesù, un’eccellenza vaticana, dalla sua storica sede ormai insufficiente sul Gianicolo al complesso abbandonato dell’ex ospedale Forlanini. L’operazione è un capolavoro di ingegneria istituzionale : la Santa Sede compra l’area dalla Regione Lazio , la cede in diritto di superficie all’INAIL che finanzia e costruisce il nuovo polo , per poi affittarlo allo stesso ospedale. Un’operazione
win-win : il Vaticano risolve un problema logistico e l’Italia riqualifica un’enorme area urbana degradata, potenziando un centro sanitario cruciale.
Il secondo progetto è “Fratello Sole”, l’iniziativa con cui Papa Francesco vuole rendere il Vaticano energeticamente autosufficiente tramite un enorme impianto agrivoltaico a Santa Maria di Galeria. Per accelerare, il Pontefice ha usato un Motu Proprio, un atto di sovranità con cui ha nominato dei commissari con pieni poteri per agire “in deroga alla normativa vigente”. Una potente affermazione di indipendenza.
Peccato che l’extraterritorialità sia un’immunità giuridica, non un scudo fisico. Un impianto del genere deve per forza interfacciarsi con la rete elettrica italiana e rispettare normative paesaggistiche complesse. E infatti, lo stesso Vaticano ammette di dover “finire gli accordi con lo Stato”. La contraddizione è evidente: la dichiarazione di potere assoluto si scontra con la realtà di dover negoziare con il vicino italiano, dimostrando che anche per il Papa, la sovranità ha bisogno di un indispensabile e pragmatico dialogo diplomatico.
Questa è la danza sul Tevere: una “special partnership” robusta ma transazionale, dove la cordialità dei palazzi nasconde negoziazioni serrate, alleanze d’interesse e scontri di principio. Un equilibrio costante e complesso che definisce la politica italiana, in un perenne dialogo tra sacro e profano, tra l’anima della nazione e la sua ragion di Stato.
Storia di neodiplomazia vaticana
Tra i corridoi del Vaticano e i palazzi del potere, un dossier segreto minaccia di scuotere le fondamenta dei rapporti tra Stato e Chiesa. Un monsignore, solo contro tutti, lotta per la verità.
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